mentre le preoccupazioni dell’uomo medio contemporaneo
riguardano il campionato di calcio o il dubbio sul vestito da indossare, in
tutta Europa infuria la crisi economica causata dallo spietato capitalismo
finanziario. Il nostro mondo e la nostra società periscono nelle mani di
banche, creditori e speculatori del libero mercato. I politici di partiti
neoliberali e democratici “lavorano” solo per i propri interessi, i funzionari dei governi vendono l’anima alle
grandi imprese per un lavoro futuro in tali società.
Le comunità occidentali sono degenerate sotto l’influenza
degli oligarchi, la commercializzazione della cultura e la grande influenza dei
mass media. Quando la società si sveglierà finalmente dal suo fascino per
l’intrattenimento, capirà di essere governata da una struttura di potere
oppressivo, di essere vincolata agli obblighi di stanziamenti e che i fast food
ed il consumismo hanno preso il posto della tradizione.
Il capitalismo finanziario è il nemico di tutti gli
esseri umani (e non). Nella società attuale questo diventa
chiaro per un numero sempre maggiore di persone. Sempre più paesi cadono prede
nelle grinfie di questo potere devastante. Negli ultimi dieci anni abbiamo
visto molti paesi impoverirsi, mentre altri paesi sono già in coda per buttarsi
nel burrone prodotto dalla mafia dei mercati finanziari.
Le banche hanno venduto dei crediti a richio agli stati
europei, dei quali sapevano che non sarebbero mai stati rimborsati. Pertanto,
questi paesi sono stati costretti ad acquistare sempre più crediti, per pagare
gli interessi dei prestiti precedenti. Accanto a tutto ciò, sono costantemente
sotto pressione le agenzie di rating, che provocano continuamente un ulteriore
regresso, rendendo l’interesse ancora più alto per i prestiti futuri. A lungo
termine questo processo rende praticamente impossibile il pagamento dei debiti.
Ciò ha portato ad un numero crescente di paesi che devono
essere “salvati” dall’Unione Europea. Le condizioni del FMI, BCE e UE, per i
paesi costretti ad accollarsi nuovi prestiti, rendono schiave le popolazioni ed
impossibile la vita. Una guerra di classe si scatena aumentando le tasse,
vendendo siti turistici, distruggendo il benessere, vendendo i terreni pubblici
o porti (vedi il porto di Pireo in Grecia): tutte cose che stanno facendo. Solo
la borghesia può ancora vivere una vita normale in paesi che soffrono il
debito, mentre i proletari possono solo cercare di sopravvivere nella miseria.
Se a ciò aggiungiamo il fatto che il cepo medio (bassa borgesia), si stia
“proletarizzando”, capiamo che il dato è molto allarmante.
Eliminando quasi tutte le possibilità di auto-sufficienza, è
difficile per questi paesi liberarsi dagli enormi debiti. I banchieri
continuano a divulgare la falsità che i loro piani di emergenza siano piani di
salvataggio; non dicono, però, che il cappio attorno alla gola dei paesi è
sempre più stretto. La finanziaria “Help” è destinata esclusivamente ad aiutare
le banche e gli investitori che hanno dato prestiti ai paesi in difficoltà.
L’unico problema che incontrano le banche è come mascherare i loro piani alle
popolazioni dei paesi in difficoltà, segno che vi sono ancora persone che
condannano il comportamento di banchieri, governanti, speculatori e creditori,
e vogliono resistere contro di loro.
I partiti liberali, democratici ed europeisti perseguono
tutti gli stessi obiettivi: privatizzare le infrastrutture pubbliche di base e
vendere in anticipo fonti di reddito futuro.
I governi, volontariamente o meno, devono arrendersi alle
volontà ed alle esigenze del capitalismo finanziario. Se un governo non
callabora con l’UE ed il FMI, questi prenderanno gli estremi necessari a far
cadere il governo, per poi piazzare un tecnocrate al potere. I governi, quindi,
diventano semplici marionette della finanza, la quale usa il debito pubblico
come leva per eliminare qualsiasi sicurezza nazionale, sottrarre attività e
proprietà alla gente. Poco a poco ci stiamo ritirando in un sitema medievale di
caste e classi guidate da leggi finanziarie che diventano più importanti di ogni
diritto pubblico e comune, anche se tali leggi della finanza vanno contro il
pubblico interesse.
Le opportunità per le banche di strozzare i paesi non sono
mai state grandi come al giorno d’oggi. Quindi i banchieri sono trepidanti di
fabbricare i prestiti necessari ad “aiutare” i paesi in difficoltà. I
finanziamenti dell’UE mantengono i paesi
nell’UE giusto il tempo di permettere a banchieri, speculatori e capitalisti di
riporre i loro soldi altrove. Una volta rimossi i loro soldi da questi paesi,
non gli importa se il paese cade in bancarotta.
Fino a quando l’ipotesi di una transazione verso la vecchia moneta
nazionale, ormai svalutata, sia diventata una realtà, il paese deve attuare una
politica di diminuzione dei salari e di taglio della spesa pubblica (ad
eccezione dei pagamenti per il settore finanziario, ovviamente). A causa di ciò
l’occupazione si riduce e le persone che hanno ancora un posto di lavoro
riescono a malapena a sopravvivere con i loro sudati salari.
La più grande vittima dei tagli e delle svalutazioni
stabilite da questi paesi è l’operaio, il cui prodotto -il lavoro- diventa
inutile. Il lavoro è il principale fattore interno di spese, se il salario non
può essere diminuito dalla svalutazione interna (dovuta alla disoccupazione, a
cominciare del settore pubblico, che finisce per diminuire i salari), alla fine
resisterà alle svalutazioni delle monete comuni. Questa guerra europea dei
creditori nei confronti dei paesi in difficoltà si trasformerà in lotta di
classe.
Tuttavia, per realizzare queste riforme neoliberiste, la
pressione straniera è necessari ad aggirare i parlamenti nazionali. Non tutti i
paesi cooperano passivamente per vendere al di fuori gli interessi dei popoli.
C’è però qualcosa di ancora peggio che essere sfruttati dai
Moloch del nostro tempo, vale a dire l’assenza di sfruttamento. Non è più
necessari sfruttare , “grazie” alla globalizzazione., che rende facile per le
società trasferire le produzioni in paesi dove la manodopera è più conveniente.
Dopo tutto il principio del profitto è diventato il principale regolatore
morale di quest’era.
I politici ci dicono che come paese abbiamo bisogno di una
crescita economica e di incrementare i profitti. Questo deve accadere a tutti i
costi, ogni anno, i numeri lo devono dimostrare e non può essere soggetto ad
alcuna discussione. Gli unici che, in realtà, beneficeranno di ciò, sono i
capitalisti. Il capitalismo finanziario
sa come ingannare il pubblico e dire alla gente che il principio del profitto
sia l’unica logica, che è il senso della nostra esistenza e la garanzia per la
democrazia. La maggior parte delle persone non resistono a questa nozione e
sono condizionate a pensare che libertà e libero mercato siano, in qualche
modo, la stessa cosa. Non c’è più lotta;
si crede che le circostanze attuali e future siano insormontabili, naturali ed
inevitabili.
L’occupazione ed il lavoro costituiscono il fondamento della
nostra civiltà occidentale moderna. Abbiamo disperatamente bisogno di
aggrapparci a ciò che è diventato il mito più gettonato della civiltà moderna,
ovvero il progresso, la crescita e la prosperità. La gente non vuole capire che
la crescita economica non può essere eterna.
Viviamo in un sistema marcio e completamente fallito,
mantenuto in vita artificialmente, facendo sì che possa essere esercitato su di
noi un metodo dittatoriale e tirannico, dove la coesione sociale è compromessa.
I nostri politici continuano a mentirci e a crearci falsi nemici, per renderci
ciechi verso il vero nemico, ovvero il libero mercato ed il capitalismo
finanziario. Siamo diventati una civiltà di schiavi e la maggior parte di noi
non se ne rende nemmeno conto.
Noi non abbiamo alcuna voce in capitolo circa la nostra
economia o le misure economiche che vengono adottate per combattere la crisi.
Queste sono imposte dall’UE e dal FMI, gli strumenti degli oligarchi. Abbiamo
perso la nostra sovranità e l’autonomia economica, il nostro esercito e la
nostra politica. Non viviamo in un paese democratico, siamo schiavi degli
oligarchi economici. Tutti i paesi occidentali hanno enormi debiti, che sono
costretti a pagare con gli interessi agli investitori stranieri, i quali sono
reputati più importanti dell’economia
nazionale.
Il vero significato di libero mercato è che tutto è sotto la
direzione dei grandi banchieri. Il libero mercato porta solo ad un mercato
monopolizzato dalle aziende privatizzate che tengono in mano tutti i servizi di
base, in modo che si possano determinare i prezzi senza alcuna interferenza da
parte dei cittadini. Tutta la proprietà pubblica finisce nelle mani di
speculatori che creno una nuova forma di schiavitù. Il neo-feudalesimo si
profila all’orizzonte come una minacciosa realtà.
Tutti i piano di emergenza e fondi “salva-stati” vengono
adottati solo per salvare le banche, o almeno i banchieri, dal disastro.
Secolari stati-nazione vengono sostituiti dalle economie stabilite dai
banchieri.
L’economia è diventata una vera e propria forma di guerra.
Proprio come per le conquiste militari, l’obiettivo è quello di controllare
tutto e di imporre la propria volontà. Questo è ciò che il capitalismo
finanziario sta facendo al giorno d’oggi. La guerra dichiarata ai proletari è
già quasi vinta, senza il bisogno di impiegare un qualsiasi esercito o altre
forme convenzionali di aggressione. Tuttavia, i paesi attaccati sono devastati
come se fossero invasi da un vero e proprio esercito.
Il capitalismo finanziario ha acquisito abbastanza potere da
imporre l’idea che la lotta per l’autodeterminazione dei popoli e la resistenza
contro le pretese cosmopolite del capitalismo di imporre tagli sul lavoro sia
un male per il nostro popolo. I debiti che non potranno mai essere rimborsati
pesano sulle spalle della gente, senza che questo possa fare qualcosa a
riguardo.
La BCE rende impossibile l’uscita dalla crisi come nazioni
autonome. I paesi europei, semplicemente, non hanno più una banca nazionale.
Tutto il potere finanziario è nelle mani della BCE. Il settore pubblico è stato
ceduto a banche commerciali estere sotto il controllo di speculatori. I
politici, così facendo, minano i principi del libero mercato, perché le uniche
società che sopravvivono in questo clima finanziario sono le multinazionali.
L’economia è finanzia rizzata e le economie pubbliche sono state privatizzate.
Le banche, all’interno dei paesi soggetti ad austerità, non
si pongono alcun problema ad aumentare le depressione e portare i cittadini a
vendere le loro terre e le società, abbassare il tenore di vita e così via.
Questo porta ad un processo in cui il denaro ed il potere sono concentrati nella
parte superiore della piramide economica. Si è più volta dimostrato, ed è sotto
gli occhi di tutti, che le persone più ricche non vengono minimamente
impoverite dalla crisi economica, anzi. I miliardari diventano ancora più
ricchi, ed il loro capitale cresce a dismisura. Questa è la dittatura dei più
ricchi ai danni della Terra e di tutti i suoi popoli.
Il problema è che il credito è il debito, e il debito deve
essere pagato con gli interessi. Quando un paese deve pagare interessi, rimane
meno denaro da spendere in beni e servizi. La nostra economia si sta
trasformando in un incubo, in cui i debiti creati dai politici e dai banchieri
vengono pagati dai cittadini. I nostri politici ci tengono legati con il cappio
all’Euro e siamo costantemente vincolati alle politiche di “buona riuscita”
dell’Euro. Tutti in Europa dovrebbero rendersi conto che in questo modo la
svalutazione interna e l’inflazione sono inevitabili.
La storia ci dimostra che la svalutazione e l’iperinflazione
interna portano inevitabilmente alla rivoluzione. Siamo tutti in grado di
vedere ciò che sta succedendo in paesi come Grecia, Spagna e Portogallo, dove i
mercati stanno crollando e la disoccupazione è dilagante: le masse scendono in
strada per resistere ed insorgere! Ai governanti non è mai importato di salvare
la nazione e la sua gente, ma solo di fare interessi privati.
Il capitalismo finanziario cerca di dividere le forze
rivoluzionarie. Dobbaimo unirci contro il vero nemico, invece di combatterci
l’un l’altro. I tempi sono maturi per la rivoluzione, dobbiamo prenderne
coscienza e prendere in mano le armi a nostra disposizione. Non possiamo più
lasciarci condurre come vittime al macello, ma dobbiamo iniziare la lotta. E’
tempo di liberare i nostri popoli dalla tirannia del capitalismo e del
neoliberismo. Non solo per noi stessi e per il nostro futuro, ma anche per
tutte le generazioni che varranno.
Fonte: Netwerk Nationale Socialisten / Vrije Nationalisten
Noord-Brabant